Il ministro Mariastella Gelmini ha gioco facile con noi nati negli anni Sessanta. Uè, Mariastèlla: ci parla di rimettere il grembiule, di tornare ai voti al posto dei giudizi, di ripristinare la bocciatura per cattiva condotta, di iniziare la scuola dopo la metà di settembre, e noi figli di Carosello siamo tutti contenti perché ci sembra di tornar bambini. Si figuri che in prima elementare io scrivevo ancora col pennino e l’inchiostro. E avevo tutti dieci, tranne in ginnastica.Il mio fantastico maestro Eros Benetti, acceso socialista, portava in classe il televisore il giorno dell’elezione del presidente della Repubblica. E ci fumava in faccia un pacchetto di Nazionali senza filtro al giorno. Quando diceva a qualcuno che «era stupido come l’oca del falegname, che stava in Po e andava a casa a bere», nessuno si offendeva. Il maestro non si discuteva, come oggi solo la squadra del cuore: era figo e basta, nonostante la pelata, il doppiomento e le lenti spesse come fondi di bottiglia. Però non basta tornare indietro per andare avanti. Non basterà rispolverare le tabelline e imparare Il sabato del villaggio a memoria per risolvere i problemi della scuola, che sono drammaticamente urgenti. La proposta del maestro unico fa suonare un campanello d’allarme, anzi una sirena. Non è che il grembiulino serve a coprire una realtà inaccettabile di gravi tagli alla scuola?Io voglio credere alla sua buona fede, e pazienza per la sua professoressa siciliana che si è risentita: lei non voleva discriminare quando ha parlato di insegnanti del Nord e del Sud, ma solo segnalare situazioni critiche, vero? Da tempo ho fatto il fioretto di non credere alle dietrologie: ma la posta in gioco, se parliamo di scuola, è troppo alta. La scuola è la vita e il futuro. Non si possono accettare pastrocchi sulla testa dei nostri figli, tanto per citare il presidente che tanto la stima. Se lei è determinata come dicono, cerchi di trovare il modo di aiutarla davvero, questa scuola massacrata dalle riforme cretine e soprattutto dalla mancanza di investimenti e di visione.La scuola non è più il luogo dove si apprende, ma un enorme parcheggio dove succede qualsiasi cosa. Qualche eroico insegnante preparato e motivato ancora resiste, e bisognerebbe dargli la medaglia come alle Olimpiadi, altro che bacchettarlo e licenziarlo. Visto che in Italia in fatto di scuola da decenni il primo che passa dice la sua, le butto lì anch’io un paio di cose che potrebbe fare, signora ministro.Primo: raddoppiare gli stipendi degli insegnanti. Secondo: laurea obbligatoria per i maestri elementari. Terzo: investire nella formazione dei docenti, istituendo corsi di laurea specifici e selettivi.Insegnare deve tornare a essere una professione prestigiosa, e la scuola un posto dove si formano persone e cittadini di qualità. Come fare? E chi lo sa. Ci vorrebbe un miracolo. Ma voi li sapete fare, no?Qualcuno già dice che se va avanti così, a colpi di restaurazione, potrebbe tornare la contestazione. Magari. Sarebbe già qualcosa.Le auguro buon lavoro, e buona fortuna a tutti.
Réparer la modernité ?
19 ore fa
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