Il potere, per natura, non dialoga.
Il potere non è una delle vie di liberazione dal dolore di vivere. Infatti non soddisfa chi lo possiede.
Chi lo possiede vive solo per mantenerlo, nel migliore dei casi, per aumentarlo in tutti gli altri.
Il potere ti chiede deferenza e rispetto, ma non ti rispetta, perché vuole servi sciocchi e consenzienti.
Nella vita vedrai molte persone mediocri aspirare al potere ed arrivarci.
Il potere, o lo straccio di potere di alcuni, è arroganza sempre. Anche quando si riveste di parole melliflue e atteggiamenti garbati.
Esso si serve di delatori e lacchè, ma non ha amici e quindi, una volta che la persona che lo detiene decade, i delatori e lacchè di cui sopra saltano sul carro del prossimo vincitore.
Il giurista montefuscano Eliseo Danza diceva che chi governa deve essere delatoribus alienum e adulatores inimicum.
Per chi detiene il potere, molto più facile a dirsi che a farsi.
Il potere, per sua naturale espressione, è la dimostrazione netta, nella storia dell'umanità, che, anche ai livelli più evoluti e raffinati, per la natura umana si applica la massima di Hobbes: Homo homini lupus.
Il potere liberante appartiene solo al Buon Samaritano.
Il resto è la volgarità del potere, aliena dalla bellezza della vita.